Meteorite a Panama, “nessun alieno: è solo silicone”. L’esperto smentisce il video virale
L’interesse mediatico attorno a una presunta scoperta extraterrestre si è nuovamente acceso grazie a un uomo di nome Kin, che ha diffuso sui social network una serie di video in cui sostiene di aver rinvenuto un meteorite alieno nel territorio panamense. Le immagini mostrano una roccia dall’aspetto comune che, secondo Kin, ha dato origine a un organismo tentacolare di colore nero, apparentemente reattivo alla luce. Il materiale inizialmente argentato si sarebbe trasformato in una massa oleosa provocando un vero e proprio fenomeno virale con milioni di visualizzazioni in poche ore, suscitando però forti dubbi e polemiche tra esperti e pubblico.
A fornire un’analisi rigorosa è intervenuto Mark Christopher Lee, ricercatore britannico specializzato in fenomeni UFO, noto per i suoi documentari e studi approfonditi sul tema. Lee ha dichiarato che i filmati diffusi non presentano alcun elemento di reale natura aliena: «La mia prima impressione è che si tratti di un effetto da B-movie», ha spiegato in un’intervista recente rilasciata al Daily Mail.
Secondo Lee, l’“organismo” mostrato nei video non è altro che un manufatto artigianale realizzato in silicone, specificamente con il polimero Polidimetilsilossano, ampiamente usato negli effetti speciali cinematografici. Il movimento “vivo” sarebbe ottenuto tramite l’uso di solventi come l’esano, che fanno gonfiare e contrarre il materiale a intervalli regolari, simulando una pulsazione e una forma di “respirazione”.
Le immagini che mostrano il meteorite presentano inoltre numerose incongruenze. Nei video, la roccia brucia foglie e rami secchi a contatto, ma non provoca alcun danno quando viene toccata a mani nude. Lee ha inoltre evidenziato tagli di montaggio evidenti e l’uso probabile di applicazioni di editing molto diffuse come CapCut, di proprietà di TikTok, per manipolare i contenuti. Un dettaglio sospetto riguarda anche il cratere da cui Kin afferma di aver estratto il meteorite: si notano presunti fiammiferi lasciati sul terreno, suggerendo una possibile messinscena.
Nonostante le molteplici perplessità, il racconto virale dell’“alieno di Panama” ha ottenuto un seguito enorme. Dal 29 agosto 2025, Kin ha pubblicato quasi 40 video sul suo profilo TikTok, guadagnando oltre 230mila follower e raggiungendo picchi di oltre 10 milioni di visualizzazioni per alcuni contenuti. L’attenzione mediatica ha superato ogni aspettativa, tanto che fonti vicine a Kin suggeriscono che l’uomo sia spaventato dall’improvvisa notorietà, e che la situazione potrebbe essergli sfuggita di mano.
Ad oggi, non esistono conferme da parte di istituzioni scientifiche o agenzie governative in merito alla natura del presunto organismo extraterrestre. Lee ha sottolineato che, qualora si trattasse di una reale minaccia biologica o di un fenomeno di origine aliena, le autorità sanitarie e di intelligence avrebbero da tempo isolato la zona e avviato indagini rigorose. L’assenza di tale intervento rafforza l’ipotesi di un falso, definito dallo stesso esperto come «solo silicone e solvente in azione».
Il caso del meteorite di Panama si inserisce in un filone ormai consolidato sui social: storie fantascientifiche che, abilmente costruite con effetti speciali e narrazioni coinvolgenti, diventano rapidamente virali. Questo fenomeno evidenzia la facilità con cui contenuti di dubbia veridicità possono diffondersi in modo capillare, alimentando curiosità, ma anche disinformazione.
Parallelamente, il dibattito scientifico sull’esistenza di forme di vita extraterrestri continua ad essere alimentato da ricerche avanzate, come quelle sulle tracce di vita microbica individuate da rover su Marte o dalle sperimentazioni in laboratorio di virus progettati tramite intelligenza artificiale per combattere batteri resistenti. Tuttavia, nessuna di queste scoperte è collegata a fenomeni virali sui social network, dove la spettacolarizzazione spesso prevale sulla verifica scientifica.
Il ricercatore britannico Mark Christopher Lee, autore anche di recenti opere sulla storia e i segreti degli UFO nella monarchia britannica, rappresenta un punto di riferimento autorevole per distinguere fatti da finzione in questo contesto sempre più complesso e affollato da informazioni di ogni genere.
Nota: Il nome Kin, protagonista della vicenda panamense, non deve essere confuso con il titolo del film statunitense “Kin” del 2018, un thriller di fantascienza distribuito anche in Italia, né con la lampada di design “Kin” di Francesco Rota, entrambi distinti e non collegati alla vicenda del meteorite.